Ricevere un’intimazione di pagamento è un momento critico: è il segno che il fisco può presto passare da richieste formali a misure esecutive. Sapere come muoversi nei giorni successivi è fondamentale per ridurre i rischi e difendere i propri diritti.
Cos’è l’intimazione di pagamento
L’intimazione di pagamento è un atto formale con cui l’Agenzia delle Entrate-Riscossione sollecita al contribuente il versamento di somme già iscritte a ruolo, invitando a pagare entro 5 giorni. Rappresenta un presupposto per avviare l’esecuzione forzata se il pagamento non avviene.
L’atto è tipicamente notificato quando è passato più di un anno dalla notifica della cartella di pagamento e non è ancora iniziata la fase esecutiva.
Primi passi da fare
1. Verifica la notifica e chiedi i documenti
Appena ricevi l’intimazione, richiedi all’Agenzia delle Entrate-Riscossione copia delle relate di notifica degli atti precedenti (cartelle, avvisi, ecc.). Un errore nella notifica o un atto mancante può comportare l’illegittimità dell’intimazione.
2. Controlla errori e vizi formali
Analizza con attenzione l’intimazione: verifica che indichi chiaramente gli atti a cui si riferisce, il responsabile del procedimento, gli importi dovuti e le modalità di pagamento. Se manca uno di questi elementi, può esserci spazio per impugnare l’atto.
3. Valuta se il debito è prescritto
In alcuni casi le somme richieste possono essere già prescritte. Se il debito ha superato il termine legale di prescrizione, è possibile eccepirla e chiedere l’annullamento dell’intimazione.
4. Valuta la rateizzazione o pagamento
Se hai la possibilità economica, puoi versare l’importo entro 5 giorni per evitare l’esecuzione forzata. In alternativa, puoi richiedere una rateizzazione prima che scadano i termini, per bloccare le azioni esecutive.
5. Presenta opposizione o ricorso
Se ritieni che l’intimazione sia illegittima, puoi proporre ricorso entro 60 giorni dalla notifica. Il ricorso va motivato, indicando vizi di forma, errori, prescrizione o altri elementi che ne giustificano l’annullamento. Il giudice competente dipende dalla natura delle somme (tributarie, sanzioni, contributi).
Cosa accade se non si interviene entro 5 giorni
Se non si paga né si interviene entro il termine previsto, l’Agenzia può attivare misure esecutive immediate. Tra le azioni possibili ci sono:
- pignoramento del conto corrente
- trattenuta su stipendio o pensione
- pignoramento immobiliare
- fermo amministrativo sui veicoli
- iscrizione di ipoteca sugli immobili
In sostanza, l’intimazione non pagata apre la strada per il recupero forzoso senza ulteriori avvisi.
Consigli per una reazione efficace
- Agisci subito: i tempi sono stretti, ogni giorno conta.
- Rivolgiti a un professionista esperto: un avvocato tributarista può valutare i documenti, individuare vizi e impostare il ricorso.
- Non firmare nulla senza aver letto e compreso l’atto.
- Conserva ogni documento: notifiche, cartelle, ricevute, comunicazioni.
- Usa gli strumenti previsti: rateizzazione, definizioni agevolate, strumenti del sovraindebitamento se applicabili.
Conclusione e consulenza Tassorama
Ricevere un’intimazione di pagamento non è una condanna ineluttabile, ma è un segnale che richiede una risposta rapida e ben strutturata. Puoi evitare il peggio se agisci per tempo, difendendo i tuoi diritti e contestando eventuali illegittimità.
Se hai ricevuto un’intimazione di pagamento, contatta Tassorama subito: analizzeremo la tua situazione, individueremo vizi o opportunità e ti accompagneremo nella strategia più efficace per proteggere i tuoi beni e uscire dalla crisi con maggiore tranquillità.