Quando un’impresa entra in difficoltà economica, una gestione corretta della crisi può fare la differenza tra il fallimento e la ripartenza. Negli ultimi anni, il legislatore ha introdotto nuovi strumenti per aiutare gli imprenditori a rinegoziare i debiti con creditori, fornitori e Fisco. Tra questi, due in particolare stanno assumendo un ruolo centrale: la composizione negoziata della crisi e la transazione fiscale.
Sono procedure diverse ma complementari, che possono essere utilizzate insieme o separatamente, a seconda della situazione aziendale. Vediamo come funzionano, quali vantaggi offrono e in quali casi conviene scegliere l’una o l’altra.
Cos’è la composizione negoziata della crisi
La composizione negoziata è una procedura introdotta dal Codice della Crisi d’Impresa per aiutare le aziende in difficoltà a negoziare una soluzione con i creditori in modo rapido e riservato, evitando il fallimento o il concordato giudiziale.
L’imprenditore, con l’assistenza di un esperto indipendente nominato dalla Camera di Commercio, può avviare trattative con banche, fornitori e Agenzia delle Entrate per ridefinire il proprio debito e garantire la continuità aziendale.
Tra i vantaggi principali troviamo la sospensione temporanea delle azioni esecutive e dei pignoramenti, la possibilità di proporre piani di rientro sostenibili, la protezione dell’immagine aziendale (poiché la procedura è riservata) e il mantenimento della gestione dell’impresa da parte dell’imprenditore. È uno strumento “preventivo”, pensato per chi vuole intervenire prima che la crisi diventi irreversibile.
Cos’è la transazione fiscale
La transazione fiscale è una procedura prevista dall’art. 63 del Codice della Crisi d’Impresa e consente di trattare direttamente con l’Agenzia delle Entrate o con l’INPS per ridurre o dilazionare i debiti fiscali e contributivi.
A differenza della composizione negoziata, è una vera e propria trattativa con il Fisco, che accetta una somma ridotta o un piano di pagamento a condizioni agevolate in cambio della chiusura del contenzioso.
Tra i principali vantaggi: riduzione parziale dei debiti tributari e previdenziali, possibilità di sospendere le azioni di riscossione in corso, soluzione più rapida e meno onerosa rispetto al contenzioso tributario e integrazione con piani di ristrutturazione aziendale o accordi con le banche.
La transazione fiscale può essere avviata anche all’interno di una composizione negoziata o di un concordato semplificato, rendendola uno strumento potente per il risanamento completo dell’impresa.
Le differenze tra composizione negoziata e transazione fiscale
Sebbene i due strumenti condividano l’obiettivo di aiutare le imprese in crisi, presentano differenze sostanziali. La composizione negoziata riguarda tutti i creditori e punta alla ristrutturazione complessiva dei debiti. La transazione fiscale, invece, è rivolta solo ai debiti con l’Agenzia delle Entrate o con gli enti previdenziali e si concentra sulla riduzione o sulla rateizzazione.
La prima è gestita da un esperto indipendente nominato dalla Camera di Commercio, mentre la seconda è una trattativa diretta con il Fisco. La composizione negoziata ha un carattere volontario e riservato; la transazione fiscale richiede invece l’approvazione formale dell’Agenzia.
I benefici sono diversi: la composizione negoziata garantisce la sospensione dei pignoramenti e delle azioni esecutive, mentre la transazione consente la riduzione di imposte, sanzioni e interessi. Entrambe, però, possono coesistere e rafforzarsi a vicenda.
Quando conviene usare entrambi gli strumenti
In molti casi, la combinazione tra composizione negoziata e transazione fiscale rappresenta la soluzione più efficace per uscire da una crisi complessa. È il caso, ad esempio, delle aziende con debiti misti (verso fornitori e Agenzia delle Entrate), delle imprese agricole o artigiane che vogliono salvare i beni di famiglia senza liquidare l’attività, delle PMI in difficoltà che necessitano di un accordo sostenibile con banche e Fisco o delle società con procedure esecutive in corso che vogliono bloccare pignoramenti o ipoteche.
L’obiettivo comune è preservare la continuità aziendale, evitando la liquidazione e garantendo un percorso di risanamento strutturato.
Tassorama: la guida per scegliere la strategia giusta
Capire quale strumento utilizzare non è semplice. Ogni impresa ha una situazione fiscale, patrimoniale e finanziaria diversa, e una decisione sbagliata può compromettere la possibilità di risanamento.
Tassorama offre una consulenza personalizzata per aiutare imprenditori e professionisti a valutare se conviene attivare una composizione negoziata o una transazione fiscale, preparare la documentazione necessaria per l’Agenzia delle Entrate, costruire un piano di rientro sostenibile e coordinare tutti i passaggi con banche e altri creditori.
Se la tua impresa è in crisi o vuoi capire come gestire i debiti fiscali senza rischiare il fallimento, contatta Tassorama. Ti aiuteremo a individuare la strategia più vantaggiosa e a ripartire in sicurezza.