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Composizione negoziata per aziende agricole: la nuova opportunità del 2025

Il settore agricolo in Italia è strategico ma allo stesso tempo molto vulnerabile alle variabili economiche: costi dei fertilizzanti, prezzi delle materie prime, cambiamenti climatici, variazioni dei contributi e della fiscalità. Quando le difficoltà si cronicizzano, spesso le imprese agricole si trovano schiacciate dall’onere dei debiti — fiscali, contributivi, bancari — e si rivolgono a Coldiretti o ad associazioni di categoria che tuttavia non sempre hanno strumenti concreti da offrire.

La composizione negoziata della crisi, introdotta dal Codice della Crisi d’Impresa (CCII), rappresenta oggi una soluzione concreta anche per gli imprenditori agricoli, purché siano rispettati i requisiti e le condizioni. Vediamo come funziona, quali vantaggi offre al settore agricolo nel 2025, quali limiti e come attivarla.

Quadro normativo e inclusione dell’agricoltura

Con l’entrata in vigore del CCII (D.Lgs. 14/2019) e i decreti correttivi successivi, la disciplina della crisi d’impresa è stata estesa per includere, tra i soggetti “sovraindebitati”, anche gli imprenditori agricoli. Prima di queste riforme, molte imprese agricole erano escluse dalle procedure concorsuali ordinarie. Ora invece hanno possibilità concrete di accedere a strumenti di composizione e ristrutturazione del debito.

Già in precedenza, con il Decreto Liquidità 2021, il legislatore aveva equiparato in alcuni contesti gli imprenditori agricoli agli imprenditori commerciali per quanto riguarda l’accesso ad alcuni strumenti di composizione stragiudiziale, aprendo la porta a un uso più flessibile della composizione negoziata anche in agricoltura.

Chi può richiedere la composizione negoziata agricola

Un’impresa agricola (singola o societaria) può richiederla se:

  • si trova in squilibrio economico-finanziario o in condizione che renda probabile l’insolvenza nei dodici mesi successivi;
  • non ha già esaurito le altre vie o si è tentata la composizione senza esito;
  • ha prospettive realistiche di risanamento, anche tramite ristrutturazione del debito o rimodulazione dell’attività;
  • non è già stata dichiarata in liquidazione giudiziale;
  • collabora con l’esperto e fornisce la documentazione patrimoniale, economica e debitoria aggiornata.

Come attivare la procedura

  1. Istanza tramite piattaforma CCII – L’imprenditore, o il suo consulente, presenta la domanda telematicamente presso la Camera di Commercio competente, allegando bilanci, situazione debitoria, piano finanziario e documenti utili.
  2. Nomina dell’esperto indipendente – La Camera di Commercio nomina un esperto iscritto nell’elenco nazionale che assisterà nella negoziazione.
  3. Trattative con i creditori – L’esperto media tra l’azienda e i creditori (banche, fornitori, erario, enti previdenziali) per trovare un accordo.
  4. Richiesta di misure protettive – Se necessario, può chiedersi al tribunale che siano disposte misure cautelari per sospendere pignoramenti, ipoteche o altre azioni esecutive durante le trattative.
  5. Esito della negoziazione – Se si raggiunge un accordo, lo si rende operativo; se non vi è accordo, l’azienda può valutare altre vie come la liquidazione controllata o un concordato semplificato.

Vantaggi specifici per il settore agricolo

Le aziende agricole oggi possono finalmente accedere a strumenti prima esclusi, come la composizione negoziata, che consente di gestire la crisi senza perdere la continuità produttiva. È possibile negoziare piani personalizzati, ridurre i debiti, ottenere sospensioni temporanee delle azioni esecutive e migliorare la posizione nei confronti delle banche.

Un vantaggio rilevante è la possibilità di proteggere il patrimonio familiare, spesso coinvolto da fideiussioni o garanzie personali. Inoltre, l’adesione tempestiva può permettere di beneficiare di misure premiali, come riduzioni di sanzioni e interessi.

Limiti, rischi e criticità

La procedura richiede serietà e credibilità: se la proposta non convince i creditori o il tribunale, si rischia di aggravare la situazione. Anche la valutazione dei beni agricoli può essere complessa: terreni, macchinari e bestiame necessitano di perizie accurate. Inoltre, se l’attività agricola ha componenti commerciali (trasformazione o vendita diretta), il giudice può applicare regole differenti.

Infine, nelle società di persone, i soci illimitatamente responsabili possono essere coinvolti direttamente per i debiti non coperti.

Esempi pratici

Diversi tribunali italiani hanno già ammesso aziende agricole alla composizione negoziata, preferendo questa soluzione alla liquidazione giudiziale. In molti casi, l’esperto nominato ha facilitato accordi di ristrutturazione con banche e fornitori, evitando l’interruzione dell’attività e salvaguardando posti di lavoro. Quando non si è raggiunto l’accordo, la composizione ha comunque agevolato il passaggio verso una liquidazione controllata ordinata e trasparente.

Conclusione

La composizione negoziata nel 2025 rappresenta per le aziende agricole una nuova e concreta opportunità per affrontare la crisi finanziaria in modo ordinato, negoziato e sostenibile. Non è una scorciatoia, ma uno strumento strategico per salvare il valore dell’impresa e proteggere il patrimonio familiare.

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