Il pignoramento dello stipendio o della pensione è uno degli strumenti più invasivi che i creditori possono utilizzare per recuperare un credito. Si tratta di una misura esecutiva che colpisce direttamente le entrate mensili di una persona, riducendone la disponibilità economica. Tuttavia, esistono soluzioni e rimedi legali che possono aiutare a bloccare o limitare un pignoramento. In questo articolo vedremo cosa significa pignoramento, quali sono i limiti previsti dalla legge e quali strumenti pratici possono essere messi in campo per difendersi.
Cos’è il pignoramento di stipendio e pensione
Il pignoramento è un’azione forzata attraverso cui un creditore, previa autorizzazione del giudice, trattiene una parte dello stipendio o della pensione del debitore per recuperare quanto dovuto. L’INPS o il datore di lavoro sono obbligati a versare mensilmente la quota stabilita al creditore fino all’estinzione del debito.
Quali sono i limiti di legge
La normativa italiana tutela in parte il debitore, stabilendo limiti precisi alle somme pignorabili:
- Stipendio: può essere pignorato fino a un massimo di un quinto (20%), salvo cumulo di più cause (es. debiti fiscali e alimentari).
- Pensione: è pignorabile solo la parte eccedente il cosiddetto minimo vitale (pari a circa una volta e mezza l’assegno sociale, aggiornato ogni anno).
- Conti correnti con stipendi o pensioni accreditati: valgono regole specifiche che proteggono le ultime mensilità accreditate.
Queste soglie esistono per garantire al debitore un minimo di mezzi di sussistenza.
Come bloccare un pignoramento: strumenti pratici
Bloccare del tutto un pignoramento non è sempre possibile, ma ci sono diversi strumenti per limitarne gli effetti o sospenderlo:
- Rateizzazione del debito
Con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione o con banche e finanziarie è possibile richiedere piani di rientro. In caso di accoglimento, il pignoramento può essere sospeso. - Saldo e stralcio
In alcuni casi è possibile negoziare un accordo con i creditori per chiudere la posizione a una cifra ridotta. - Rottamazione delle cartelle esattoriali
Se il debito è con il fisco, le definizioni agevolate (rottamazioni) possono ridurre importi e bloccare nuove azioni esecutive. - Composizione negoziata o procedure di sovraindebitamento
Attraverso strumenti giudiziali e stragiudiziali, il debitore può proporre un piano di ristrutturazione dei debiti che sospende i procedimenti esecutivi in corso. - Opposizione legale
Se il pignoramento presenta vizi di forma o illegittimità (ad esempio errori di notifica), è possibile fare ricorso in tribunale per chiederne la revoca.
Casi particolari
- Debiti fiscali con Agenzia delle Entrate: la legge consente il pignoramento diretto presso terzi, ma con limiti precisi (20% dello stipendio, un quinto della pensione oltre il minimo vitale).
- Debiti alimentari: in questo caso la legge consente pignoramenti anche superiori a un quinto, perché prevale l’obbligo di mantenimento familiare.
- Debiti bancari o finanziari: dipende dagli accordi contrattuali e dalle sentenze ottenute dai creditori.
Come difendersi in modo efficace
La difesa da un pignoramento richiede conoscenza delle norme e tempestività. Il primo passo è non ignorare gli atti ricevuti, ma rivolgersi a professionisti esperti che possano valutare:
- se ci sono vizi di legittimità,
- se si può attivare una procedura di ristrutturazione dei debiti,
- se conviene trattare direttamente con il creditore.
Conclusioni
Il pignoramento dello stipendio o della pensione è un evento che può pesare molto sulla vita quotidiana, ma non è una condanna senza scampo.
Con strumenti come rateizzazione, saldo e stralcio, rottamazione, esdebitazione e composizione negoziata della crisi, è possibile trovare soluzioni per alleggerire o bloccare gli effetti più gravi.
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