tassorama-pmi-crisi-concordato-o-composizione-negoziata

Condividi l’articolo

PMI in crisi: come scegliere tra concordato preventivo e composizione negoziata

Le piccole e medie imprese rappresentano il cuore pulsante dell’economia italiana. Tuttavia, negli ultimi anni, molte PMI si sono trovate a fronteggiare crisi di liquidità, debiti fiscali e difficoltà di accesso al credito. Quando la situazione diventa critica, l’imprenditore deve capire quale percorso legale intraprendere per salvare l’azienda: il concordato preventivo o la composizione negoziata della crisi.

Due strumenti profondamente diversi per finalità e impatto, ma entrambi pensati per evitare il fallimento e dare una seconda possibilità alle imprese.

Il concordato preventivo: soluzione giudiziale per uscire dal sovraindebitamento

Il concordato preventivo è una procedura concorsuale che permette all’imprenditore di proporre ai creditori un piano di ristrutturazione del debito, da approvare sotto la supervisione del tribunale.
Può prevedere il pagamento parziale dei debiti o la continuità aziendale, purché sia dimostrata la sostenibilità economica del piano.

Questa procedura è adatta a chi si trova in uno stato di crisi già avanzato, con debiti elevati o pendenze giudiziarie in corso.
Offre una tutela importante: durante il concordato, vengono sospese le azioni esecutive e non è possibile pignorare i beni dell’impresa.

Tuttavia, si tratta di una procedura formale, lunga e costosa, che richiede l’intervento del tribunale e l’approvazione da parte dei creditori.
Inoltre, il fallimento del piano può condurre alla liquidazione giudiziale, cioè al vero e proprio fallimento.

La composizione negoziata: dialogo e prevenzione prima del punto di non ritorno

La composizione negoziata della crisi, introdotta dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa, è uno strumento extragiudiziale e più flessibile, pensato per intervenire prima che la crisi diventi irreversibile.

L’imprenditore può chiedere la nomina di un esperto indipendente presso la Camera di Commercio, con il compito di facilitare le trattative con creditori, banche e Fisco.
Durante la procedura, vengono sospese le azioni esecutive e l’impresa può continuare a operare, mantenendo la propria reputazione e il controllo dell’attività.

È una soluzione ideale per le imprese che attraversano difficoltà temporanee, ad esempio cali di fatturato, problemi di liquidità o debiti fiscali non ancora eccessivi.
Richiede però una condizione fondamentale: collaborazione e trasparenza da parte dell’imprenditore.

Le differenze principali tra concordato e composizione

Sebbene entrambi gli strumenti abbiano come obiettivo la salvezza dell’impresa, differiscono per approccio, tempi e finalità.

AspettoConcordato preventivoComposizione negoziata
NaturaGiudiziale (Tribunale)Extragiudiziale (Camera di Commercio)
Momento di attivazioneCrisi conclamata o pre-fallimentoDifficoltà iniziale o temporanea
DurataPiù lunga e complessaPiù rapida e flessibile
Ruolo dell’imprenditoreLimitato, con controllo del tribunaleCentrale, mantiene la gestione
ObiettivoRistrutturare o liquidare con tutela legalePrevenire e risanare prima del tracollo
Costi e procedureElevati e formaliRidotti e snelli

In sintesi, il concordato è una procedura d’urgenza, la composizione una misura preventiva.
Molte PMI possono scegliere la seconda per evitare di arrivare al punto di rottura.

Quando conviene una o l’altra procedura

La scelta tra concordato e composizione negoziata dipende dal grado di crisi, dalla volontà dei creditori e dalla struttura dell’impresa.
Ecco alcune linee guida:

  • Se l’impresa ha gravi pendenze legali o fiscali, il concordato può garantire maggiori tutele giudiziali.
  • Se la crisi è reversibile e l’azienda può recuperare equilibrio finanziario, la composizione è più rapida e meno invasiva.
  • Se la priorità è salvare la reputazione e la continuità operativa, la composizione negoziata è la scelta più opportuna.
  • Se serve una riduzione massiccia dei debiti e una protezione totale da azioni esecutive, può essere preferibile il concordato.

L’approccio integrato: dalla composizione al concordato

In alcuni casi, la soluzione migliore è un percorso ibrido.
Un’impresa può iniziare con la composizione negoziata, cercando di trovare un accordo con i creditori, e — se le trattative falliscono — passare successivamente al concordato preventivo.
Questo approccio consente di preservare la buona fede dell’imprenditore e ridurre i rischi di liquidazione forzata.

Tassorama: la bussola per uscire dalla crisi aziendale

Capire quale strada scegliere richiede competenze legali, fiscali e gestionali.
Tassorama assiste imprese e professionisti nel valutare la situazione economica, simulare gli scenari e individuare la soluzione più efficace per tutelare il patrimonio aziendale e personale.

I nostri consulenti offrono una valutazione preventiva gratuita, analizzano bilanci e pendenze e costruiscono un percorso di risanamento concreto, sfruttando al meglio gli strumenti offerti dal Codice della Crisi.

Se la tua impresa è in difficoltà e vuoi capire se conviene attivare una composizione negoziata o un concordato preventivo, contatta Tassorama.
Ti guideremo passo dopo passo nella procedura più adatta per salvare la tua azienda e ripartire.